Il Moderno è, con l’Alessandrino, una delle sale più antiche della città. Le vicissitudini susseguite nel tempo sono di notevole interesse, soprattutto in quegli anni passati i cui testimoni, lentamente hanno lasciato questo mondo.

Il tratto di via Bergamo, compreso fra corso Roma e via Trotti, ubicato dal lato opposto dall’omonima Torre, ha un edificio, dove si è ricavato un ritrovo, divenuto, con il tempo, una sala cinematografica destinata a scalfire gli anni, tutt’ora esistente: il Cinema Moderno.

Corre l’anno 1900; gli spettatori pullulano per la curiosità, vogliono assaporare la novità della cinematografia. Alessandria Bene non manca agli appuntamenti mondani, figurarsi, poi, gli spettacoli più importanti sono osservati, con gli occhi di quei tempi, appuntamenti di grande rilievo sociale.

E’ il 1914 quando il Cinema Moderno, gestito da Traverso & Vanoli, trova la nuova definitiva sistemazione, nell’edificio costruito dal Dottor Tasso, affacciato sulla piazzetta della Lega, in quell’isolato dove svolge l’attività una rivendita di alimentari, a conduzione familiare.

La conduzione del locale, con il sopraggiungere degli anni 20, è affidata alla Società Anonima Stefano Pittaluga, titolare fino al 1934, momento in cui il Gruppo è in liquidazione. La gestione dei vari cinematografi, è affidata alle persone più rappresentative, operanti nel seno della Società stessa; in questo contesto, alcune delle sale sono consegnate ai fratelli Passaggio, Carlo e Lorenzo: il primo è il responsabile del Politeama Alessandrino, al secondo è affidata la cura del Cinema Moderno.

E’ questo il periodo fiorente dell’avanspettacolo; il palcoscenico del Moderno è calpestato dai migliori artisti del momento: si ricordano i Fratelli De Rege, Scanapino, Angelo Checchelin; poi ancora Vanni Ebrero, Beniamino Maggio ed altri, fino all’anno 1943, momento in cui non si è più rappresentata alcuna forma teatrale.

Via col vento è stato uno dei primi film a colori, qui proiettato. Uscito nel 1939, ha ottenuto il premio Oscar nel 1940; il titolo, successivamente ripreso nel 1951, ha segnato circa 40.000 presenze. Il Segno di Zorro è stato in cartellone per due settimane consecutive, mentre La Leggenda di Robin Hood, portata sul grande schermo con nuovi colori, ha avuto un successo inatteso, nel secondo dopoguerra.

Gli anni caldi giungono e, con essi, gli attori del momento si cimentano con La Dolce vita. La pellicola, premiata al festival di Cannes con la Palma d’Oro, ha un esordio inaspettato. Le Sale Cinematografiche, nell’estensione della Penisola, registrano il tutto esaurito, così anche in Alessandria, proprio al Cinema Moderno, si annota la massima capienza con la programmazione del film di Fellini.

La direzione del locale è sempre stata attenta alle forme pubblicitarie; così come suggerisce la rivista: Films Pittaluga: Il proprietario… pensa spesso che il compito suo sia terminato quando egli si sia assicurato un buon film…. Ora nessun affare di questo mondo riesce a perfezione senza la réclame…. La miglior merce di questo mondo rimane invenduta se non vien posta sotto gli occhi di chi passa per la strada….

Si ricorda, a tal proposito, un dipendente, molto versatile. Egli, oltre al suo lavoro di maschera/operatore, secondo le esigenze dal caso, sa magistralmente approntare cartelloni o sagome degli interpreti, proponendoli, al suo pubblico, in veste di ottimi veicoli pubblicitari.

La tradizione è stata ripresa dal Cav. Carlo Passaggio, ingaggiando un vetrinista. Il massimo successo pubblicitario pare sia stato raggiunto, nel 1959, durante la rappresentazione del film  A qualcuno piace caldo, distribuito dalla Dear.

L’oculata gestione ha permesso, nell’anno 55, di dar vita a dibattiti culturali, ospitando il Circolo del Cinema, per la prima volta, nell’Alessandria del secondo dopoguerra. L’affitto della sala, a quel tempo, costa 7.000 lire.

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