Alessandria è una città quasi misteriosa avvolta nell’umida nebbia nel periodo invernale e soffocata dal sole estivo, all’apparenza deserta, eppure sempre vigile; i suoi abitanti, dall’indole schiva, nello stesso tempo generosa i quali hanno plasmato il carattere dell’amata città divenuto leggenda.

Gli scorci, gli angoli suggestivi, ci sono: eccome se ci sono, è sufficiente saperli cercare, dedicare un attimo all’osservazione attenta di un portone, un cortiletto, un androne, qualche inferriata, i balconi con le sue ringhiere, a volte lavorate con raffinatezza.

Questa città, ha una storia che deve essere raccontata; nasce per iniziativa dei comuni conferiti nella Lega Lombarda, diventa fortezza ai confini del territorio dominato dai Marchesi del Monferrato.

Il Santo Padre, Alessandro III fondatore ufficiale della nostra città, guarda di buon occhio la nuova città, non tanto per sentirsi protettore o gratificato, quanto per ottenere, territori, favori, poi essendo amico di Guglielmo del Monferrato. E’ meglio essere buoni vicini di casa.

La città ha subito la battaglia di Marengo, con il privilegio di essere eletta capoluogo del Dipartimento; è raccolta nel Regno Sardo, compromessa nel fallimento della cospirazione di Mazzini, da qui la condanna alla pena capitale di molti patrioti, fra cui Andrea Vochieri.

Alessandria, ha il vanto di essere una delle prime provincie italiane, offrendo molto in tutte le battaglie sostenute per la libertà fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, alla fine di essa, anche in questa zona, è arrivato il boom economico, con le immancabili date funeste: la strage del carcere, lo straripamento del Tanaro; per concludere la costruzione del ponte Mayer.

 

 

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